GLI UOMINI TALPA

In un prologo ci viene narrato dal professor Frank Baxter, il mito del Re sumero Sharu che si sarebbe salvato dal diluvio universale rifugiandosi sulla vetta di una montagna dell'Asia insieme alla sua corte. Il professore cerca di dare credibilità alla storia rifacendosi alle teorie della terra cava di John Symmes e Cyrus Teed. Una spedizione di archeologi e cacciatori di tesori, composta da Roger Bentley, Jud Bellamin, Etienne Lafarge, Paul Stuart e manovalanza varia, approfondisce le analisi giungendo nell'Asia centrale in una catena montuosa. Il gruppo, sulle tracce dell'antica civiltà, decide di scalare la montagna alla ricerca di reperti archeologici. Giunti su uno dei costoni della montagna scoprono le rovine di un tempio sumero e la testa di un'antica statua della dea Ishtar. Improvvisamente si apre un crepaccio e uno degli archeologi precipita negli abissi della montagna. Entrati nelle viscere della montagna alla ricerca del compagno, gli archeologi ne trovano il cadavere a sessanta metri di profondità, ma proprio mentre si apprestano ad andarsene una frana blocca loro l'uscita ed uccide un altro membro della spedizione. Rimasti in tre, scoprono quindi un'antica popolazione, discendente degli antichi sumeri, all'oscuro del mondo moderno e affetti da un forte albinismo per la mancanza di luce. Inoltre, essi vivono in una sorta di società a caste, e tengono in schiavitù una razza di mostri umanoidi detti "tenebriani", simili a uomini talpa, che fanno lavorare affinché procurino loro il cibo, facendogli coltivare dei funghi, alimento che cresce anche senza la luce del sole. Inizialmente gli albini pensano che i protagonisti siano una sorta di messaggeri divini, questo si deve al fatto che non possono sopportare la vista del fascio di luce emesso dalla torcia elettrica di un archeologo, che loro credono essere "il fuoco di Ishtar", una temibile arma divina. La situazione quindi si tranquillizza, e gli studiosi conoscono una ragazza di razza Europoide, Adad, apparentemente umana e senza collegamenti con la strana popolazione albina. Ma la calma finisce quando un uomo talpa uccide un archeologo, ed Elinor, il Sommo Sacerdote delle creature, capendo che non sono quindi esseri divini immortali, ordina di sterminare gli umani, volendo in realtà impossessarsi del "fuoco di Ishtar". I due uomini vengono quindi condannati a morte venendo esposti all'"occhio di Ishtar", che trattandosi semplicemente della luce del sole, non ha però nessun effetto sugli archeologi. Nel frattempo i mostri tenuti in schiavitù si rivoltano uccidendo i loro oppressori. Elinor tenta di scacciarli con la torcia elettrica sottratta agli archeologi ma non sapendo che ormai è scarica, soccombe ai tenebriani. Adad, decide di fuggire insieme ai due archeologi salendo in superficie con loro, ma giunta all'esterno, finisce seppellita sotto una colonna durante una scossa di terremoto.